– Il Cimurro canino; ricerca antigenica.

Il Cimurro canino è causato dall’azione del Distemper Virus, un Morbillivirus della sottofamiglia Paramyxovirinae, capace di infettare oltre i cani anche altri carnivori quali volpe, lupo, coyote, sciacallo, furetto, visone, procione e foca, e diffuso in tutto il mondo. Tra i ceppi recenti di CDV ed i vecchi ceppi usati nei vaccini si riscontra un elevato livello di variabilità e tali differenze genetiche ed antigeniche sono considerate come una causa possibile del crescente numero di casi di cimurro.
Gli animali, una volta infettati, eliminano il virus attraverso le secrezioni (nasali, oculari e salivari) e le escrezioni (feci e urine) dall’8° giorno post infezione.
L’infezione si trasmette sia per via diretta (contatto con animali infetti), sia per via indiretta attraverso cibo e acqua contaminata. Possibile anche la trasmissione intrauterina. Può colpire animali di ogni età ma i più soggetti sono i cuccioli non vaccinati tra i 3 e i 6 mesi di età, subito dopo la diminuzione della concentrazione ematica degli anticorpi materni, e i cuccioli che non hanno ricevuto dalla madre una quantità di anticorpi adeguata.
Nel caso di animali giovani che presentano un aumento della temperatura corporea (> 41° C), anoressia, vomito, diarrea, scolo nasale e/o oculare, segni neurologici, il Cimurro dovrebbe essere considerato quale sospetto diagnostico. I segni clinici variano in relazione alla virulenza del ceppo virale, alle condizioni di sviluppo, all’età dell’ospite ed allo status del sistema immunitario. A seconda della viremia e della distribuzione nei differenti organi, i sintomi possono essere respiratori (tosse, dispnea), intestinali (vomito e diarrea), neurologici (spasrni muscolari incontrollabili) cutanei (indurimento dei polpastrelli) o un misto di questi. A causa della severità della patologia e dell’alta frequenza delle infezioni secondarie, la letalità dell’infezione da Cimurro varia tra il 30 e l’80 %.
La scelta del materiale da analizzare per una ricerca antigenica ed il momento del prelievo sono i fattori più importanti. Il momento ottimale nel quale eseguire il prelievo di campione è compreso tra 7 e 10 giorni post-infezione. E’ preferibile utilizzare campioni di secrezioni oculari. Se non è possibile ottenerli, utilizzare campioni di secreto nasale, urina o liquor. Campioni di plasma, siero e feci non sono ideali per questo tipo di analisi (tendenza a risultati falsi positivi) e non de ne raccomanda l’utilizzo. A causa della variabilità dello status immunitario dell’ospite, la diffusione del CDV nell’animale infetto può essere molto diversa.
L’interpretazione del risultato del test dovrebbe sempre tenere in considerazione i dati anamnestici e clinici, così come eventuali terapie o profilassi.
I cani senza adeguata immunità (bassa risposta anticorpale) mostrano una massiva invasione dei tessuti epiteliali e del SNC, mentre i cani con immunità adeguata (buona risposta anticorpale) mostrano spesso soltanto un’invasione del SNC.

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